Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/314

Da Wikisource.

3oa libro sotto, c il primo di essi le pubblicò (Almagest nov. l. 2, c. 19), rendendo in tal modo sempre più certo ciò che ipoteticamente avea il Galileo dimostrato, e confermato poscia cogli sperimenti. XXI. Niuno però nel seguir le vestigia del Galileo, in ciò che spetta alla meccanica, ottenne sì gran nome, quanto Evangelista Torricelli (a), uno de’ più grand’uomini di questo secolo, e de’ più celebri scolari del Galileo. Negli Elogi degl’illustri Toscani si è affermato ch’egli era di Piancaldoli castello della Romagna fiorentina (t. 3). Ma nella operetta degli Scrittori faentini del P. abate. Mittarelli, e nelle osservazioni sulla medesima fatte dal ch. signor dott. Andrea Zannoni, si arrecano sì chiare pruove a mostrare che ei fu di patria faentino, che la cosa non può rimanere dubbiosa. In fatti, per tacere altri monumenti, in una carta autentica fatta in Firenze nel 1662 per la ricognizione di certe scritture originali del Torricelli, e pubblicata al fin della lettera di Carlo Dati, di cui diremo tra poco, egli è detto Evangelista del qu. sig. Gasparo Torricelli da Faenza. In questa città dunque egli nacque a’ 15 di ottobre del 1608. Dopo i consueti (a) Del Torricelli e degli altri o scolari o segnaci del Galileo, e di lutti quelli che furono accademici del Cimento, e che a’ tempi del gran duca Ferdinando illustrarono in qualche modo le scienze fisiche in Toscana, si posson vedere più copiose e più minute notizie nelf opera più volte citata del dott. Giovanni Targioni Tozzetti. Del Torricelli pure Ini scritta elegantemente la Vita monsig. Fabroui (Vitue Jtalor. t. 1, p. 345, ec.).