Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/336

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324 LIBRO principalmente intorno alla sua opera Della <li,r. ziorie ile Jitimi. Eran già molti anni, dacchè il Michelini avea promessa quest’opera; e il piit!. cipe Leopoldo, non veggendola mai pubblicare, se ne sdegnò alquanto con lui. e fecegli intendere che nulla sperasse dalla corte, se non pubblicavala; e gli fece poscia ordinare che tutto ciò che in tal! materia avea scritto, dovesse consegnarlo tosto in mano al Borelli, com’egli fece nel dicembre del 1 (162 (ivi, />. *76). Essa finalmente uscì alla luce in Firenze nel 1664- Ma benchè provasse l’ingegno e il sapere nelle matematiche del suo autore, non soddisfece abbastanza a’ dotti, singolarmente pel falso principio stabilito dal Michelini, che l’acqua de’ fiumi poco o nulla premesse contro le sponde, principio che fu giustamente oppugnato da Ottavio Falconieri e da Michelangiolo Ricci, e che poco felicemente fu dal Borelli difeso (ivi, p. 127). Il Michelini non sol fu matematico, ma medico ancora, e lusingossi di aver trovato un segreto per vincer le febbri terzane semplici e doppie, e ancor le continue, il quale in somma consisteva nell’uso di molto agro di limoni, d’aranci o d’agresto, accompagnato da bibite d’acqua fresca, senza prendere altro cibo, che pappa cotta nell’acqua con poco sale. Per questo segreto egli scrive (p. 168) che gli erano stati esibiti in Sicilia fino a diecimila scudi, s’egli avesse voluto renderlo pubblico. Ma egli il mandò al principe Leopoldo, da cui è probabile che ne avesse onorevole ricompensa. Questo rimedio però, benchè ottimo, era troppo semplice, per