Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/353

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SECONDO 3 | I por mezzo di esso giunse a scoprire il tempo della rotazione di Giove ini omo al proprio asse; scoperte alle quali furono per qualche tempo increduli i più illustri astronomi, i quali però dovettero finalmente cedere all1 evidenza della dimostrazione e alla certezza della sperienza. In alcune però di queste scoperte pretese il p. Gottigniez di aver prevenuto il Cassini, anzi di averlo rimosso da qualche errore in cui egli era; sul che può vedersi una lettera da lui pubblicata insieme con quella di Eustachio Divini sulle macchie di Giove, della quale abbiamo già fatto cenno (V. Jour. des Sav. cui. i(>(5B, p. 277). In questo pianeta continuò egli a far sempre nuove scoperte, e giunse per ultimo , ciò che non era ancora venuto fatto ad alcuno, a formarne con somma esattezza l’Efemeridi de’ satelliti, le quali furon pubblicate nel 1668 in Bologna. Non men che a Giove si volse il Cassini co’ suoi telescopii a Marte, e di esso ancora scoprì le macchie, e determinò il tempo della rivoluzione, intorno al proprio asse. Vide ancor le macchie di Venere, e congetturò il tempo della rivoluzione di questo pianeta; ma la difficoltà di osservarle esattamente , non gli permise di ragionare se non con qualche dubbiezza. Vide per ultimo alcune nuove stelle,.e una lunga striscia luminosa che a lui parve la stessa che da alcuni antichi dicesi parimente veduta circa 373 anni innanzi alla nascita di Gesù Cristo, e ne trattò di un discorso Delle Apparizioni celesti dell’anno 1668, stampato in Bologna. Nel tempo medesimo ad altri studi