Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/388

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XLIV. I itogli r»r tr*i.ini.Tnnv titano Curili lio. 37G LIBRO XLIV. Beni.hè la maggior parte «le’ saggi e<I ingegnosi filosofi italiani di questo secolo seguissero le opinioni e promovessero le scoperte del Galileo e de’ primi di lui discepoli, non inancaron però alcuni clic invece di seguire la via sicura da lui additata, e da tante sperienze confermata continuamente, amarmi meglio di tener dietro a" sogni del Cartesio, e di aggirarsi con Ini tra’ suoi oscuri e impenetrabili vortici. Due soli ne rammenterò io che col loro ingegno accrebbero in Italia la fuma della cartesiana filosofia, e forse l’avrebbono propagata, se da una parte i Peripatetici per la fedeltà giurata all’antico loro maestro, dall’altra i seguaci dell’opinioni del Galileo colf evidenza delle spcrienze e colla forza delle « eiìdo eli’essa dovea essi r formata di una pelle da battiloro (Exercit. 326), l i quale in conseguenza dovea esser ben gonfia per sostenersi, come ora si fa ne’ palloni volanti pieni d’aria infiammabile. Finalmente il p Giuseppe Gagliano domenicano nel suo libro, stampato l’anno 1755 in Avignone, intitolato L’Arte di navigare nell’aria, propone di formare un globo di buona tela incerata o impeciata, ben contornata di corde e ripiena d’un’aria più leggiera della comune. Tutte queste speculazioni di scrittori italiani, benchè da essi non ridotte alla pratica, non poco hanno giovato a rendere a’ giorni nostri eseguibile la navigazione per aria; alla quale manca soltanto che col trovare il modo di fissare la direzione de’ palloni volanti, essa da piacevole trastullo, qual è stato finora, pericoloso però a chi naviga, e dispendioso a chi mira, divenga scoperta utile e interessante. \ eggaiisi su ciò i Fondamenti teorico-pratici dell’Arte aereonautica di Francesco Henrion, stampati in Firenze nel 17^9.