Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/394

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382 LIBRO Urbano Davisi di lui discepolo, premessa da esso al suo Trattato della sfera, stampato in Roma nel 1682 Ma l’Argelati (Bibl. Script, mediol, t 1, pars 2. p. 4ot>,) e >1 Montucla (Hist des Mathém. t 2, p 25) ce ne somministrano sufficienti notizie, e abbiamo innoltre l’elogio che di fresco ne ha pubblicato il ch. sig. ab. Frisi, il quale chiama il Cavalieri un geometra che confina con Archimede e con Newton; che dalle invenzioni geometriche del primo è volato sino a toccare le invenzioni analitiche del secondo. Intorno al quale elogio, o, a dir meglio, intorno ad alcune invettive che il detto autore vi ha poco opportunamente inserite, si può vedere il Nuovo Giornale de’ Letterati d’Italia (t. \!\,p. 191; t. 15, p. a5o) (a). Fu di patria milanese, e nacque nel 1598, e in età giovanile entrato nell’Ordine de’ Gesuiti in Milano , diede presto tali pruove d’ingegno, che i suoi superiori, acciocchè meglio potesse istruirsi, f inviarono alla università di Pisa. Per buona sua sorte conobbe ivi il P. abate Castelli, e da lui introdotto negli studi della geometria, tanto ad essa (a) La Vita del Cavalieri è stata poi scritta ancora da monsig. Falironi, il quale, com’egli stesso confessa, ha 111 gran parte tradotto l’elogio del sig. abate Frisi (filile lhilor. t. 2, p. 2G7). Convien dire eli’ 01 non avesse allora per anche veduto il tomo qui accennato del Giornal modenese, poiché altrimenti et non avrebbe certamente ripetute le ingiuriose invettive che l’abate Frisi vi ha inserite contro que’ Gesuiti che impugnarono il metodo del Cavalieri, alle quali sembraci che in quel Giornale si sia data giusta risposta.