Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/431

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SECONDO 4l<) LV1I. Pochi scrittori ebbe in questo secol l’Italia, che nella moltitudine, nella varietà e nella erudizione dell’opere loro potessero al J)oni paragonarsi. E se altro di lui non avessimo che quelle appartenenti alla musica, per esse sole dovrebb’egli essere annoverato tra’ più benemeriti di questa scienza. Alcune di esse erano già state stampate separatamente, Nel 1763 una nuova e bella edizione di tutte queste opere, aggiuntevene ancora molte altre inedite, è stata fatta in Firenze in due tomi in folio, per opera di due eruditissimi uomini, il proposto Gori e l’auditor Passeri. Qual sia lo scopo di queste opere, e quale la dottrina del Doni in questa materia, io non posso meglio esprimerlo che colle parole del più dotto uomo in questa scienza medesima che abbia avuto l’Italia, e forse l’Europa, dico del Padre maestro Giambattista Martini. Questi, in una sua lettera inserita nel secondo tomo dell’accennata edizione (p. 265), Non è facile, dice, ad esprimere la profondità, colla quale il Doni penetrò la musica greca sì teorica che pratica, sì vocale che strumentale, col rintracciarne i sensi più oscuri dai poeti e filosofi, rilevarne dai monumenti antichi le più minute circostanze, rischiararne dagli antichi scrittori le cose più dubbiose , dimostrando tutte quelle parti della greca musica, che posson ritrovarsi e ridursi alla musica de’ nostri tempi. E per ciò che riguarda la teoria della musica greca, quali diligenze, quali scoperte egli non fece per illustrarla e porla nel suo vero lume, sepolta essendo stata per tanti secoli in una profonda i.rn. Su « Mj’pre.