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scritto su tale argomento, benchè amendue prendessero errore, credendo, come riflette il dottor Bianchi, che esso fosse generato dalla terra, mentre veramente esso è un legno. Di lui abbiamo ancora la traduzione in versi sciolti delle Satire di Persio, stampata in Roma nel 1630, e illustrata co’ suoi comenti, ne’ quali egli ragiona spesso del principe Cesi e degli Accademici Lincei, e mostra la sua erudizione nella storia naturale, abbracciando ogni occasione che il suo poeta gli offre, per rischiararne or un punto, or un altro. Così per mezzo di questi e degli altri Accademici Lincei molto lume si sparse su questa scienza, la quale maggior vantaggio ancora ne avrebbe tratto, se la immatura morte del principe Cesi non avesse interrotte le loro fatiche. Egli è vero che il commendator Cassiano del Pozzo raccolse allor l’Accademia nella sua casa, come narra il Dati nell’orazion funebre di esso, e si studiò in più modi di sostenerla; ma pare che al suo zelo non corrispondesse il frutto: perciocchè, trattane la pubblicazione della Storia naturale del Messico, fatta, come si è detto, nel 1651, non troviamo più nè dell’Accademia nè degli Accademici Lincei alcun documento.
Altri scrittori di Storia naturale. V. Frattanto molti altri Italiani avean rivolto l’ingegno e l’opera loro a questa scienza medesima, e a quella parte singolarmente che spetta alla botanica. Francesco Pona medico veronese libri scrisse senza fine, come a Dio piacque, con sommo applauso di quele’età, dice il marchese Maffei (Ver. illustr. par. 2, p. 452), il quale indica gli scrittori che ci