Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/226

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^50 libro lo introduce nella sua Secchia rapita, e così ne dice: Questi era in varie lingue uom principale , Poeta singolar, Tosco e Latino, Grand’Orator, Filosofo , Morale , E tutto a rnentc uvea Sanà si gustino. Canio 5, st. 26. Ed ei veramente oltre le gravi scienze, su cui pure scrisse più opere, coltivò ancora la latina e l’italiana poesia, e molte ne abbiamo alle stampe nell’una e nell’altra linguaj delle quali Poesie parlando il Cardinal Sforza Pallavicino, che del Querenghi ragiona con molta lode, dice (Del Bene, l. 1, c. 7) ch’esse sono colte e purgate, ma non molto vivaci, e che in esse non vi ha che riprendere, molto vi ha da lodare, ma assai poco da ammirare. E somigliante è il giudizio, che ne dà il Cardinal Bentivoglio, il qual pure della erudizione e del saper del Querenghi fa grandi elogi (Mem.l. 1, c. f\). 111. 111. Uguale e forse ancora maggior gloria poteva la poesia latina aspettarsi da Virginio Cesarini di nobilissima famiglia romana, se un1 immatura morte non l’avesse rapito nel 1 G^4 >n età di non ancora trent’anni. Magnifici elogi ci han di esso lasciati l’Eritreo (l. cit. p. 59) e il Mandosio (Bibl. rom. t. 1, p. 69), i quali a gara ne lodano la vastissima erudizione nella fresca sua età ammirabile, perciocchè egli era dotto in greco e in latino, vastissimo nella filosofia, nell’astronomia, nella geografia, nella medicina, nella giurisprudenza, oratore al tempo stesso e poeta, e in ogni genere di letteratura