Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/234

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7^8 LIBRO conto non giova il cercare distintamente. E noi perciò ci tratterremo solo alquanto nel dire de’ Proginnasmi poetici di Udendo Nisieli, ossia di Benedetto Fioretti, che sotto quel nome si volle nascondere. L’elogio fattone dall’Eritreo (Pinacoth. pars 2, n. 31), e la Vita che ne ha scritta Francesco Cionacci, la qual va innanzi alle Osservazioni di creanze dello stesso Fioretti, abbastanza c’istruiscono di ciò che a lui appartiene. Egli era nato in Mercatale, luogo della contea di Vernio nella diocesi di Pistoja, a’ 18 di ottobre nel 1579), e solo in età di treni’anni cominciò a conversar colle lettere. Tentò la poesia, ma presto conobbe di non aver per essa il talento opportuno Si diè dunque in vece ad insegnare agli altri la via clf ei non potea correre’ , e con un lungo e diligente studio su tutti gli antichi e moderni poeti, riflettendo su ogni cosa , e notando tutto ciò che degno pareagli d’osservazione, venne a compilare i suoi Proginnasmi poetici, che nella prima edizione del 1620 formarono due tomi, poi colle giunte da lui e da altri fattevi crebbero a tre e a quattro, e finalmente a cinque. Apostolo Zeno ha in due parole ottimamente espresso il carattere di questo scrittore, dicendo ch’egli era gramatico assai più che filosofo (Note al Fontan. t. 2, p. 129). Egli parla con molto disprezzo della Poetica d’Aristotele, affermando ch’essa è una matassa tanto scompigliata , che par fatta da un arcolaio (t. 5 , proginn. 2). E benchè la critica sia un po’ troppo rigorosa, essa ci farebbe sperar nondimeno che il Fioretti, nemico de’ pregiudizi dell’antichità,