Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/259

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nel palazzo apostolico, e che furono stampate in Roma nel 1713 in tre tomi in foglio, son quelle che maggior nome gli hanno ottenuto. La libertà con cui egli in esse inveisce contro de’ vizii a’ quali possono soggiacere le persone che lo ascoltavano, è degna di un ministro evangelico, e nelle prediche di esso si scorge molta facondia e perizia non ordinaria della sacra Scrittura. Ma, come ho accennato, lo stile ne è spesso tronfio e infetto de’ vizii della sua età, in modo però, che sarebbe stata a bramare che gli altri oratori de’ suoi tempi ne avesser contratto sol quanto ne contrasse questo illustre scrittore.

Capo VI.

Arti liberali.

I. Quel decadimento a cui vennero in Italia le belle lettere, si sparse ancora in qualche parte sulle arti liberali e sull’architettura singolarmente; e vi si sparse per la stessa ragione. La nobile e maestosa semplicità de Palladii, de’ Vignola, de’ Sansovini, non parve vaga abbastanza. Si vollero aggiugnere nuovi ornamenti, e introdurre ancor nelle fabbriche le metafore ei’i concetti. Già abbiamo osservato che Vincenzo Scamozzi fu uno de’ primi a introdurre nell’architettura quel tritume e quel raffinamento che da que’ primi lumi di questa scienza si era sempre fuggito. Ma quegli da cui principalmente riconosce l’architettura questo Tikauosciiì, Voi. XV, i(3