Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/386

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910 Tirabòschi, so avesso anch’egli seguito l’esempio del sig. abate D. Giovanni Andres, ribattendo con modestia le ragioni contro di lui arrecate e parlando con rispetto de’ suoi avversari; e non avesse imitati quegl’italiani che (per quanto egli ci assicura) hanno dato motivo a non pochi di accusare forse non ingiustamente questa nazione di trattare con poco degne maniere i suoi avversari. Entra poi il sig. abate Tiraboschi a far i giusti e dovuti elogi della lettera del sig. abate Andres; ed eccovi uno di que’ pochi passi che si trovano in questa lettera, dove la verità filosofica sia stata la condottiera della penna di questo scrittore. Quando però il sig. abate Andres non avesse ben assicurato il suo credito col giusto applauso che hanno fatto al suo talento ed erudizione i più dotti, non avrebbe gran motivo di esser contento delle lodi dategli in questa lettera dal sig. abate Tiraboschi, non men per le circostanze in cui vengono profuse, che per quel tanto ch’elleno sono. E a dir il vero, che cosa mai dice del sig. abate Andres il Tiraboschi? Egli in buon toscano vien a dirgli: « Ella,.sig. abate Andres, è un uomo « che scrive con gran modestia, con sobria eruu dizione, tratta con gran rispetto i suoi avver« sari, non fa ridicole apologie di certi antichi « scrittori spagnuoli; ina o ella ha intrapreso « a difender una causa disperata, ed è un av« vocato imprudente; o non ha saputo difen« dere una buona causa , ed è un cattivo “ apologista. » Tanto appunto vien a dirgli coll’assicurarci che 1’abate Andres non lo ha