Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/408

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ifllora di papa Paolo I al re Pipino dell’anno -f,~ in cui gli scrive che mandagli quanti libri ha potuto raccogliere, e ne soggiugne poscia il catalogo , il qual riducesi a un Antifonale e ad un Responsale, a una supposta Grama ti ca d’Aristolile, a’ libri attribuiti a Dionigi Areopagita e a una Geometria, a una Ortografia e ad una Gramatica , libri tutti scritti in greco; questa lettera, dice, mi avea fatto credere che grande veramente allor fosse la scarsezza de’ libri. Ma quanto son io ito lungi dal vero! Pipino avea a cuore i libri attribuiti a S. Dionisio per la divozione che professava a quel S. Martire, e li volea scritti in Greco, come anche volea altre opere composte in quella lingua. Così mi avverte V. P. reverendissima, che certamente avrà trovata la lettera dal re scritta al pontefice a noi volgari uomini sconosciuta, e che ne avrà quindi raccolto quai libri ei bramasse. Si corregga dunque quel passo della mia Storia vi s’inseriscano le parole di V. P. reverendissima da me or riportate , e poi si aggiunga: e perciò il pontefice che avea una copiosissima biblioteca, ne trasse, oltre le Opere di S. Dionigi , un Antifonale e una Responsale, tre libri di Geometria, di Ortografia e di Gramatica, e mi altra Gramatica di Aristotele, e inviolli a Pipino, scrivendogli che gli mandava tutto quello che avea potuto raccogliere. Assai più grave è l’errore in cui sono poco appresso caduto, e che V. P. reverendissima corregge in questa nota medesima. Il pontefice Agatone, ho io affermato, scrivendo nell’anno 680 ngf impera dori greci in occasione del I