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28 Nuove Considerazioni


V. Mettendo la palla dalla parte della superficie interiore del boccale e la punta dalla parte della sua superficie esteriore, di modo che la punta desse e la palla ricevesse il fuoco elettrico, l’esplosione a un di presso come nel N. III. ha avuto luogo fino alla distanza di 32 in 33 linee.

Ho ripetuto queste sperienze più volte con risultati che non variavano che d’una linea o due al più, ciò che è inevitabile e non cangia niente alle conseguenze che se ne possono trarre. Bisogna osservar parimenti che i differenti diametri delle palle e le differenti finezze delle punte che s’impiegheranno, allorchè si vorrà ripeterle, apporteranno alcuni cangiamenti a questi risultati.

Sono stato dunque obbligato di ritornarne alla mia prima idea, e di riconoscere che una punta comunicando con un sistema positivo, trasmetterà una esplosione ad una distanza ch’è superiore il doppio a quella alla quale essa potrà riceverla allorchè comunicherà con un sistema negativo. Questo fatto, che mi sembra nuovo non avendone trovato in alcun luogo veruna menzione, è interessante per la teoria dell’elettricità in generale1.


Que-

  1. Le sperienze che sonosi riferite essendo state fatte tutte collo scarico della boccia di Leida, forse si obbietterà loro che non è certo che quello del fulmine sia della medesima natura: ch’esso deve piuttosto esser comparato a quello d’un conduttor semplicemente elettrizzato.
    Questi due scarichi sono intrinsecamente della stessa natura. Se ne vede la prova nella seconda parte d’una memoria interessante del Sig. Volta sopra la capacità de’ conduttori elettrici, di cui ho mandato la traduzione al Sig. Ab. Rozier, e che comparirà probabilmente nel suo Giornale. Egli vi prova colla esperienza, che lo scarico della boccia di Leida non diferisce da quello d’un conduttore elettrizzato se non in proporzione della differenza delle capacità: che questo può egualmente che il primo far risentire la commozione: che rendendo la capacità d’un conduttore eguale a quella d’una boccia, non v’è alcuna differenza nell’effetto dello scarico dall’uno all’altra: che perchè la commozione si faccia risentire non è necessario di supporre come nell’esperienza di Leida due superficie accostate, l’una positiva e l’altra negativa, e una corrente di fuoco che vada immediatamente a rendersi dall’una all’altra; ma che basta che questa corrente possa traversar liberamente ed istantaneamente il corpo che le è esposto. Questa memoria corrisponde al problema proposto nel giornale di Fisica di Febbrajo 1777, e non deve lasciar alcuno scrupolo sopra l’applicazione delle sperienze fatte collo scarico della boccia di Leida all’esplosione del fulmine.