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Del Conduttorice di S. Marco. 73

dunque tutta di 400 piedi in circa. La grossezza del filo è poco meno di un’oncia, o sia di un digito, del ferro più dolce di Svezia, passato per la trafila. Li pezzi componenti la catena sono di varie lunghezze, secondo la situazione, si uniscono all’anello od uncino, in modo che il precedente, oltre l’anello va a ferire il seguente con una punta, ch’è il modo più facile di comunicazione: non era possibile tendere un ferro di tal grossezza di un pezzo solo a tanta estensione.

17. Questa catena è adombrata colla linea nera della Figura I (Tav. II.) che rappresenta la sezione del Campanile.

AB è il Fuso di ferro, intorno cui gira l’Angelo.

AAAAA il Conduttore principale, che dal fuso dell’Angelo discendendo va a seppellirsi nella Piazza nel modo già detto.

FFFF sono Catene di ferro, che avendo i capi al di fuori traversano la guglia, e vengono legate con la catena principale iscaricarvi il fuoco del fulmine se mai vi scendesse.

fffff sono Arpici, o spranghe di ferro limitate, e perciò ancora più pericolose; e però si sono fatte tutte comunicare con cura al Conduttore, come torrenti che si scaricano in un fiume reale.

Nel sito L v’è una Crociera di legno, che porta però molti ferri nei capi, e nel mezzo: tutto fu legato alla catena. In somma non v’è ferro visibile, che non possa tramandare al Conduttore quel getto di fuoco che gli venisse scagliato dall’aria; per mancanza del qual emissario producevano detti ferri in passato l’esplosioni rovinose delle saette. Tale è la costruzione di questo, che io chiamerò più tosto Emissario che Conduttore, e lo credo egualmente e forse più utile, che se avesse delle punte esterne, o fosse tutto posto di fuori.

18. Ora due punti di difficoltà sono da prevenire. I. può far obbietto ad alcuni il non essersi isolata la catena con vetri, pece, o per altra via. Veramente ho ommesso in questo caso l’isolamento, perchè non lo credo punto necessario, nè poi tanto sicuro quanto un può crederlo. Oltre la comunicazione espressamente fatta coi ferri della fabbrica, di tratto in tratto ho fatto porre dei bracci di ferro che ritengano e sostentino la catena, imitando in ciò la libertà degl’Inglesi, che non curano punto questi scrupoli: e in fatti debolissima è la difesa di un vetro per grosso che sia, quando un violento fulmine avesse una forte chiamata laterale con un ostacolo al progresso diretto; tanti vetri ho veduto infranti, e traforati,


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