Pagina:Toaldo - Del conduttore elettrico posto nel campanile di S. Marco in Venezia, 1776.djvu/19

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gli venisse scagliato dall’aria; per mancanza del qual emissario producevano detti ferri in passato l’esplosioni rovinose delle saette. Tale è la costruzione di questo, che io chiamerò più tosto Emissario che Conduttore, e lo credo egualmente e forse più utile che se avesse delle punte esterne, o fosse tutto posto di fuori.

Ora due punti di difficoltà sono da prevenire. I. può far obbietto ad alcuni il non essersi isolata la catena con vetri, pece, o per altra via. Veramente ho ommesso in questo caso l’isolamento, perchè non lo credo punto necessario, nè poi tanto sicuro quanto un può crederlo. Oltre la comunicazione espressamente fatta coi ferri della fabbrica, di tratto in tratto ho fatto porre dei bracci di ferro che ritengano e sostentino la catena, imitando in ciò la libertà degl’Inglesi, che non curano punto questi scrupoli; e in fatti debolissima è la difesa di un vetro per grosso che sia, quando un violento fulmine avesse una forte chiamata laterale con un ostacolo al progresso diretto; tanti vetri ho veduto infranti, e traforati, come con trapano, dalle saette. Lo studio principale deve essere di ben continuare la catena; e nulla importa che abbia de’ bracci laterali: un torrente che scende per alveo declive ed aperto, non declina per un incavo nella ripa, o per un buco aperto in una peschiera laterale, quando l’alveo non sia impedito. Così li bracci di ferro del Conduttore saranno bensì animati ed elettrizzati per la contiguità; ma il fuoco trovando un esito più ampio, e più libero nella catena, correrà sempre


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