Pagina:Toaldo - Del conduttore elettrico posto nel campanile di S. Marco in Venezia, 1776.djvu/20

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a spandersi per essa nel vasto seno della terra, e dell’acqua. Sopra di ciò non mi resta veruno scrupolo.

II. Si dimanda poi, e si dice: dunque essendo il Conduttore interno, un fulmine, per ritrovarlo, dovrà trapassare, e rompere i muri del Campanile. Questa dimanda procede da non riflettersi bene sopra la teoria, l’indole, e la simpatia del fuoco elettrico coi metalli.

Rispondo dunque, che i fulmini a preferenza di tutti i corpi seguono i metalli, e l’acqua. Dunque un getto di fuoco fulmineo che si raggiri intorno del Campanile, sarà determinato ad entrarvi non per li muri, ma più tosto verrà attratto dai tanti ferri, che sono nella superficie, e che s’internano nella Fabbrica1. Essendo dunque tutti questi ferri, per quanto si hanno potuto scoprire, dalla cima al fondo, legati col filo maestro della catena, in questa scaricheranno sempre il fuoco del fulmine che ricevessero.

Che da un tale apparecchio si debba attendere effetto buono, si può lusingare dagli effetti cattivi, che nascono nei Campanili disarmati, con metalli interrotti. I fulmini tanto frequenti sono attratti dalle croci, e bandiere di ferro, poste in cima delle guglie, e sugli angoli. Spesso sono spezzate, e lanciate in pezzi le pietre


che

  1. Non includo nella classe de’ fulmini elettrici i globi di fuoco, che fossero di materia sulfurea, nitrosa, analoga alla polvere da cannone. Questi globi se si danno, che pare di sì, sono come tante bombe scagliate; ed essendo d’altra natura ch’elettrica, non cadono sotto la potestà de’ Conduttori. Vedete l’Apologia N.° V.