Pagina:Toaldo - Del conduttore elettrico posto nel campanile di S. Marco in Venezia, 1776.djvu/25

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occupato nella direzione delle munizioni. Il fulmine di S. Secondo passò quattro piedi lontano dalla polvere, e non l’accese. Era di grandissima violenza, come lo prova lo squarciare e scagliare che fece i macigni di fuori, e i tavoloni di dentro; dunque, dice, la polvere non è corpo attraente del fulmine. In fatti il carbone solo nella polvere è di natura deferente perchè di natura vegetabile; ma il zolfo certo, se non anche il nitro, è di natura idioelettrica, cioè repellente. Dunque vano, dice, è il presidio de’ Conduttori; il fulmine non accende la polvere, se non vi sia violentemente diretto, o pure mediatamente accendendo legname, o altri materiali vicini.

Confesso, che non comprendo molto questo discorso. Non veggo, che alcun elettricista pretenda che la polvere attragga il fulmine. Ma attragga, o nò, l’esperienza pur troppo prova, che molti magazzini sono saltati per il fulmine, sia questo stato fuoco diretto, o indiretto, mediato, o immediato. In qualunque modo, il Conduttore ha la virtù di prevenire, o di sventare il fulmine; e perciò se ad alcuna fabbrica è da applicarsi questo tale presidio, lo farà certamente ai magazzini, le disgrazie de’ quali sono così fatali ai Paesi a cui toccano.

Se nella fabbrica de’ magazzini, come si esclude il metallo dentro per timore degli attriti, così si bandisse di fuori, se fossero queste tante rotonde di pietra viva, con volto sotto e sopra, senza angoli, nè sporti, nè spigoli, crederei che potessero più facilmente andar esenti


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