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34 P. I. Cap. II. Meteore acquose.


36. Il Sig. Margraff, celebre chimico di Berlino, ha fatto l’analisi di molte acque, ma principalmente di quella di pioggia, e di neve. Bisogna veder nella sua memoria tutte le cautele che prese per aver di questa acqua la più pura: scielse per raccoglierla un luogo aperto, lontano dall’abitazioni; lasciò passar prima una mezza giornata di pioggia ec. Dopo tante cure, avendo distillato molte volte quest’acqua, vi trovò in fine una sensibile quantità di terra calcaria, del nitro, del sal comune ec. Che penseremo noi dunque delle pioggie d’estate, quando l’atmosfera è tanto ingombra di esalazioni? Or questa feccia, che la pioggia contiene, è quella che fertilizza la terra e i vegetabili; poichè per l’esperienza, e per il comun sentimento de’ maestri in Agricoltura, nei sali, nei nitri, nelle terre calcarie e simili, consiste la forza della fecondazione. Le pioggie dunque contengono tutto ciò, che occorre alle piante per vegetare, parti fisse, e parti spiritose, ed il veicolo e il glutine di questi due elementi, che è l’acqua.

37. Le pioggie in fine recano più o meno di benefizio, o anche di danno, secondo la loro abbondanza, la frequenza, la stagione, la durata, l’ora, in cui cadono, circostanze di cui parlerò nel capitolo seguente.


§. IV.

    stanze animali e vegetabili, resta in gran parte corretta per la vegetazione generale. Dal che si può comprendere, perchè le piante vicine all’abitazioni vegetano come si vede, più dell’altre; e quanto sia utile (Osservazione del Sig. Francklin) il tenere degli alberi intorno le case; come si pratica nell’America Inglese, e dei vegetabili, fiori o erbe nelle stesse camere. (Questo è provato esser malsano nella notte)