Pagina:Toaldo - La meteorologia applicata all'agricoltura - 1786.pdf/44

Da Wikisource.
44 P. I. Cap. II. Influenza delle meteore ignee.

resterebbe spoglia, se non lo ricuperasse per mezzo delle meteore, principalmente dei fulmini. I fulmini e i lampi elettrizzano le piante; in oltre portano seco loro altre sostanze, tanto del genere deferente che del resistente. I fulmini dunque, e le meteore ignee, mantengono questa circolazione d’elementi, tanto necessaria per la continuazione delle generazioni terrestri.

60. Che se si volesse ritenere l’antica opinione sulle meteore ignee, che non sieno se non accensioni di materie combustibili, di zolfo, di nitro, e d’altre mescolanze analoghe alla polvere di cannone, come potrebbe essere in varj casi, la loro efficacia per fertilizzare le terre sarebbe ancora più manifesta.

61. Una parola dei Terremoti. Anche questi, e provengano da infiammazioni sotterranee, o da concussioni elettriche, non possono esser indifferenti per le produzioni della terra. Possono almeno aprire nuove vene di esalazioni, o serrarne delle vecchie; ciò che non può farsi senza alterare la costituzione dell’atmosfera, e tutto ciò che ne dipende, sopra tutto la condizione degli animali e de’ vegetabili. Del terremoto succeduto alla Giamaica li 7. Giugno 1692. èdetto, che dopo quell’epoca, la natura vi è meno bella in quell’Isola, il cielo men puro, il suolo men fertile. Forse che al terremoto di Lisbona 1755, che tanto si è dilatato in estensione ed in tempo, dobbiamo noi la stravaganza delle stagioni, la frequenza e stranezza dei temporali, la sterilità della terra, che tutta l’Europa prova dopo quella catastrofe1.


Ab-

  1. Di questa sterilità, che proviamo, indicherò dopo un’altra ragione: ora, perchè, come un dotto Giornalista sembra aver sospettato, non si creda chimerica questa cagione del terremoto, addurrò un fatto, preso

dal