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P. I. Cap. III. Delle semine. 47

to per il gelo dell’ inverno, 3° il resto non ha tallito, 4° la ruggine vi è entrata al fin della primavera, 5° il grano fu ristretto per de’ colpi di sole fuor di tempo (osservaz. 1741.). All’ opposto la ricolta del 1744. fu buona, perchè la biada aveva ben levato all’entrar dell’inverno, non fu annegata nè faticata da’ geli, ha ben tallito nell’inverno, si fortificò coll’umido di primavera, mal grado il secco seguente si mantenne bella (niuna pianta soffre più il secco del frumento); verso la messe, e nella messe fu caldo, ed asciutto. Veniamo al particolar delle stagioni.

§. II. Delle Semine.

65. L’anno campestre comincia dalle Semine. L’autunno è la stagione propria a seminare i grani d’inverno. Vi sarà forse una settimana, un quarto di luna più proprio che un altro a far le semine è difficile fissarne il tempo: bisogna aver riguardo al clima, al terreno, all’esposizione. Una terra fredda vuole che si anticipi; una terra calda non fa fretta; per altro non si può seminar tutta una campagna in un giorno, nè in una settimana; bisogna anche aver riguardo alla meffe, poichè i seminati più pre fto, maturano più presto. Tarello fiffa il tempo delle Semine per la Lombardia al cader delle foglie, ove finisce l’anno vecchio. Qualche altro non senza ragione ftima, per il noftro paese, che i 15. giorni intorno il Plenilunio d’Ottobre, fieno i più proprj.

66. In generale la buona regola vuole, che si semini per tempo. Vi sono molti vantaggi: 1° la terra essendo, come si suppone, ben lavorata, il grano leva tutto, e si può risparmiare della semenza; 2° il grano seminato ha tempo di far radici e tallire; 3° teme meno i gelii; 4° a primavera monta più presto in gamba, spica più presto, e con ciò si difen-


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