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P. I. Cap. III. Dell’Estate. 59

glio fino alla metà d’Agosto. Dopo questo termine per quest’oggetto la pioggia non è più a tempo.

94. Rapporto alla distribuzione delle pioggie, bisogna distinguere i tempi, e i luoghi; nel mese di Giugno è da desiderarsi più tosto dei venti freschi, che delle pioggie, quando il grano fiorisce; e dopo che ha fiorito, le pioggie poco avanzano la vegetazione.

95. In generale le pioggie di notte, sulla sera, o che lasciano il cielo coperto, sono migliori, perchè le terre, e le piante, le assorbono tutte. Le pioggie di mattina, di pien giorno, e seguite immediatamente dal sole, sono ben tosto asciugate, e cagionano una pericolosa fermentazione. I piovali a rovesci, scorrono via tosto, battono la terra o la portano via col fior dei concimi, scalzano le radici delle piante ec.

96. I forti calori, oltre il benefizio universale della vegetazione, fanno un gran bene alle terre lavorate, cocendole e polverizzandole di più; induriscono all’opposto le terre mal lavorate; fanno perire le radici delle cattive erbe, forse anche gl’insetti.

97. Nella primavera avanzata e nella state è da temer il flagello della gragnuola, di cui gli effetti sono stati descritti sopra. Sul declinar della state succedono alle volte de’ turbini, o uracani; ma nè gli uracani, nè le gragnuole non s’estendono gran tratto, e non cagionano mai carestie universali: i due gran flagelli della campagna sono il Secco e la Nebbia.

§. VII. Dell’Autunno.

98. Intendo per Autunno i tre mesi di Settembre, Ottobre, e Novembre. Questa è una stagione media, che deve passare gradatamente dal caldo al freddo, ed è di gran conseguenza per li minuti gra-


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