Pagina:Toaldo - La meteorologia applicata all'agricoltura - 1786.pdf/60

Da Wikisource.
60 P. I. Cap. III. Dell’Autunno.

ni, e per le vendemmie. Dopo le tre acque d’Agosto, che somministrano il miglior succo all’uve, ai frutti, ai grani d’autunno, il Settembre dovrebbe esser sereno senza nebbie, senza brine, con una buona dose di caldo. Si raccolgono i minuti, i grani turchi, le uve primaticcie; si comincia a seminar le segale, le granate per gli animali, ed in fine anche il formento. In Ottobre qualche pioggia sarebbe buona per le semine; del resto vi vorrebbe buon tempo per la vendemmia. In Novembre si lascia piover volentieri, nè si prende fastidio nè di nebbie, nè di brine, nè pur di nevi.

99. Il mese di Novembre è il vero tempo per piantar ogni sorte d’alberi, purchè si abbia la precauzione di coprirli contro il rigore dell’inverno. Gli alberi posti in terra avanti l’inverno, oltre che mettono alcune radici anche nella stagione fredda si trovano preparati d’accordo colla terra a ricevere i primi moti della primavera, accordo tanto necessario, quanto difficile da incontrare se si differisce a piantare al mese di Marzo, trasportando la pianta da un suolo ad un altro, da un’esposizione ad un’altra.

100. Poichè la vendemmia cade nella stagione d’autunno, prima di lasciar quest’articolo, bisogna dir una parola della condizion delle vigne. Non entrerò nella quistione, se si debbano potare avanti, o dopo l’inverno, la quale non m’appartiene.

101. Le vigne dopo l’inverno (che talvolta le fa perire, non mai però le radici) vanno soggette a due gran disastri; 1. ai geli, o brine d’Aprile, che lacerano le gemme, e con ciò tolgono ogni speranza di vendemmia; 2. alla pioggia mentre fioriscono verso la metà di Giugno, che impedisce le uve di legare. La state piovosa per eccesso, e il secco per difetto d’umore, fa cadere molti granelli; ma la più pericolosa malattia è la nebbia: accade,


se