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P. II. Cap. II. Congetture sulle ore ec. 85

te, anche le notti sono calde, l’evaporazione è grande, onde il fresco della mattina piuttosto contribuisce a condensare i vapori, e con ciò a farli cadere.

155. Si bramerebbe senza dubbio una regola più precisa sull’ora delle pioggie. Oserò esporre ciò, che l’azzardo m’ha suggerito. Osservavo talora, che al levare e al tramontar della Luna, al suo doppio passaggio per il meridiano, cioè di sopra, e di sotto, vale a dire, nell’ore press’a poco che nel golfo di Venezia la marea comincia a montare, o discendere, che si chiama il voltar dell’acqua, osservavo, dico, o che si alzava del vento, o che si calmava, o che rinforzava; ora il cielo si copriva, o si rompevano le nuvole; la pioggia o cominciava o cessava, o diventava burrascosa ec. Mi venne dunque sospetto, che la Luna colla sua rivoluzione diurna in questi quattro punti principali, dell’orizzonte, e del meridiano, che chiamerò cogli antichi, angoli della Luna, potrebbe dar qualche regola sull’ore delle pioggie, come le dà certe sulla marea.

156. A tal effetto ho disposto in una gran Tavola 24. colonne, per le XXIV. ore del giorno, distinguendo le XII. della mattina, e le XII. della sera. In seguito percorrendo il mio giornale, io mettevo ogni pioggia, di cui trovavo marcata l’ora (e da due anni sono tutte marcate) nella colonna corrispondente a quest’ora. Sul fatto cercavo il sito in cielo della Luna per quel momento, notando il levare colla lettera l, il tramontare colla t, il passaggio per il meridiano di sopra m, di sotto n, se la luna era prossima a questi angoli: se era lontana, tirava una piccola striscia —. In fine ho sommato tutte queste linee da una parte, dall’altra tutte le ziffre: risultò, che nel numero di 760. pioggie così marcate; 646. cominciarono (a una mezzora pres-


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