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xii PREFAZIONE.

cura la forza della Luna a commovere con certi periodi l’acque del mare; e tutto essendo nell’Universo legato, non era incredibile qualche influenza sulla terra, e una corrispondenza e dipendenza scambievole con tutti i vasti corpi del Cielo, comunicanti tra loro con dell’attività, ed impressione, permeante da globo a globo, fuori del veicolo della luce. Senza elevarsi a contemplare questo nesso tra i globi mondani, questa irradiazione scambievole di azioni, di reazioni, di pasioni, non sarà possibile di comprendere l’origine di fenomeni circonterrestri (lasciando pure la sua attività propria alla terra, ed a’ suoi elementi); molto meno la generazione dei grandi effetti nell’Atmossfera, particolarmente de’ cambiamenti di tempo che sono l’oggetto delle nostre ricerche. Vedete l’Articolo ultimo della Prima Parte.

Il Verulamio, nel severo e luminoso esame, che fa di tutte le scienze, conoscendo l’Astrologia infetta di molta superstizione, non per questo osò quel grand’Uomo bandirla; bensì volle, che si purgasse, e ne prescrisse i modi e i confini, dichiarandola una parte della vera Fisica (De augmentis Scient. L. 111. ).

Nei varj Trattati di Boile si vede, che questo rischiarato Filosofo riconosceva l’Astrologia Fisica, cioè le emanazioni, e le influenze de’ corpi celesti sopra l’Atmosferra terrena, e gli altri corpi sublunari. Fuvvi qualche altro Filosofo Inglese, che non infelicemente tentò di eseguire il piano indicato dal Verulamio per purgare l’Astrologia: tra gli altri Giovanni Goad nel Libro che intitolò Astrometeorologia sana, pubblicato a Londra nel fine del prossimo secolo, nella gran luce della Filosofia, libro, che tiene un discreto mezzo tra la superstizione antica la totale incredulità moderna in fatto di pronostici Meteorologici.

Finalmente invitati coi premj dall’Accademie i più gran Matematici di questa età, a contemplare il Flusso e Riflusso del mare; nella manifesta causa delle maree, per l’azione della Luna e del Sole, ravvisarono una forza consimile per agitare l’Atmosfera; dalla quale agitazione ragion vuole, che nascano sbilanci, turbamenti, cangiamenti nell’aria, che si troveranno dunque legati a dei principj costanti e determinati. Tale ancora è il linguaggio dei detti Enciclopedisti, in tutti gli articoli, che hanno relazione a questo argomento. Io credo che se gli Astronomi avessero volta l’attenzione da questa parte, e si fossero applicati con determinato studio ad investigare le mutazioni dell’aria, siccome riuscirono a Scoprire tante cose inaspettate, e quasi incredibili rapporto al cielo ed al mare, così molto lume avrebbero sparso in questa materia comune involuta delle stagioni incostanti. In fatti, coll’averla solo occasionalmente toccata, hanno però indicato le cause generali, aperta una strada, dato un filo, che serve di qualche guida; e la teoria coll’analogia delle maree ha servito almeno per fissare certi punti di osservazione.


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