Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/171

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capo xviii. 159

volontà, sopporti me stesso pazientemente; e infinattanto che tu il voglia, porti a mia salute il peso di questa corruttibile vita. Imperciocchè quantunque sia a portare gravosa, ella non per tanto è già divenuta assai meritoria, e per lo tuo esempio, e de’ tuoi Santi, è fatta a’ deboli più tollerabile, e di più onore. ma è di molto maggiore consolazione, che una volta nell’antica legge non era, quando la porta del cielo durava chiusa: ed oltre a questo, la via da giungervi sembrava più oscura; quando sì pochi si davano pena di procacciarsi il regno de’ cieli. Anzi nè quelli eziandio che erano giusti, e doveano esser salvati, avanti alla tua passione, ed alla soddisfazione della sacra tua morte, non potevano entrare nel reame del cielo.

3. Oh quante grazie sono io tenuto di renderti, che la via buona e diritta all’eterno tuo regno degnasti mostrare a me, ed a tutti i fedeli! Conciossiachè la tua vita a noi è via: e per la santa pazienza noi ne vegnamo a te, il quale sei la nostra corona. Se tu non ci fossi ito davanti, nè ci avessi istruiti, chi si sa-