Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/236

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224 libro iii.

Ecco qui, ovvero; Ecco là. Io ho imparato a mio costo; e volesse pur Dio, che ciò fosse per me a maggiore cautela, e non ad aggravare la mia stoltezza. Sii cauto (mi dice cotale) vedi bene, tieni in te quello ch’io ti metto nel cuore. E mentre io taccio, e credo la cosa segreta, nè esso pur sa tacere ciò di che egli mi chiese credenza; anzi di presente e me scopre, e se stesso, e va via. Da siffatte frodi, e da tali uomini imprudenti mi difendi, o Signore, che io non venga alle lor mani, nè mai di tali cose commetta. dammi ch’io parli con verità, e con lealtà, e le lingue scaltrite tiemmi lontane. Da quello ch’io non voglio patire io, debbo pure ad ogni modo guardarmi.


5. Oh! quanto è buona cosa, e pacifica il t[acere]Fonte/commento: 1815b de’ fatti altrui, nè tutte indiscretamente creder le cose, nè di leggieri moltiplicare in parole; a pochi aprire il suo cuore, e il tuo giudizio dimandar sempre, o riguardatore del cuore; nè da ogni soffiar di parole lasciarsi aggirare; anzi voler che tutte le cose, e di dentro, e di fuori si facciano secondo il beneplacito della tua volontà. Oh! quan-