Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/273

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capo lv. 261

piere il bene! Imperocchè senza essa io non posso far nulla; ma in te posso ogni cosa, per lo conforto della tua grazia. Oh grazia veramente celeste, senza di cui niente sono i meriti propri, nè dono alcun di natura è da pregiare. Niente davanti a te, o Signore, l’arti, niente vagliono le ricchezze, niente la bellezza o la forza, niente l’ingegno, o l’eloquenza senza la grazia. conciossiachè i beni naturali a’ buoni sono comuni ed a’ rei: là dove dono singolar degli eletti è la grazia, o sia la carità; della quale coloro che sono arricchiti, avranno merito d’eterna vita. Ora è questa grazia di tanta eccellenza, che nè il dono della profezia, nè l’operazion de’ miracoli, nè alcun’altra quanto si voglia nobile cognizione, nessuno pregio hanno senza di lei. ma nè la fede, nè la speranza, nè le altre virtù, senza la grazia e la carità, ti son grate.

5. O beatissima grazia, che il povero di spirito fai ricco delle virtù, e l’umil di cuore fornisci di molti beni; deh! vieni, discendi a me, e mi riempi per tempo della tua consolazione, acciocchè per fievolezza,

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