Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/321

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capo ix. 309

a te, e agli Angeli tuoi, dal dì ch’io potei la prima volta peccare, fino a quest’ora: io li pongo qui sul pacifico tuo altare, acciocchè tutti insieme gli abbruci, e gli strugga col fuoco della tua carità, e tutte quante le macchie cancelli de’ miei peccati, e la mia coscienza ripurghi d’ogni sua reità; rendami la tua grazia, la quale peccando io perdetti, concedendomi piena remissione di tutte le offese, e ricevendomi pietosamente al bacio della tua pace.

3. Or che posso io fare per gli miei peccati altro, che confessarli umilmente, sentirne dolore, e assiduamente pregarti, che tu mi vogli esser clemente? Io ti scongiuro adunque, e tu cortese m’ascolta; ch’io ti sto qui dinanzi, o mio Dio. Di tutti i miei peccati sommamente m’incresce; io non ne voglio per innanzi commetter mai più; anzi di essi mi doglio, e mentre che io viva, me ne dorrò, presto di farne la penitenza, e di dartene quella soddisfazione che per me si potrà. Rimettimi, o Signore, rimettimi i miei peccati, salva per lo santo tuo nome l’anima mia, la quale hai voluto ricomperare del pre-