Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/333

Da Wikisource.

capo xi. 321

Apostoli servi tuoi, e per gli altri maestri, ci hai apprestata

5. Grazie a te, Creatore, e Redentore degli uomini, che a manifestare a tutto il mondo la tua carità, mettesti quella gran cena, nella quale non l’agnello figurativo, ma il santissimo corpo, e ’l sangue tuo ci desti a mangiare; rallegrando tutti i fedeli del tuo sacro convito, e del vino salutevole innebriandogli, in cui sono tutte le delizie del paradiso; anzi e insieme con noi si satollano a questa cena gli Angeli santi: ma essi ne prendono diletto di più beatifica soavità.

6. Oh quanto è grande, ed onorevole il grado de’ Sacerdoti! a’ quali è dato di consecrare con le sante parole il corpo del Signore della maestà, benedirlo con le labbra, tenerlosi tra le mani, prenderlo in bocca propria, e altrui ministrarlo. Oh! quanto monde voglion essere quelle mani, quanto pura la bocca, come santo il corpo, quanto immacolato il cuore del Sacerdote, nel quale entra cotante volte l’autore della purità! Nessuna parola altro che santa, nessuna altro che onesta ed utile, non