Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/49

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capo xviii. 37

dolcezza della contemplazione usciva loro di mente il bisogno del corporale ristoro. Rinunziavano ad ogni ricchezza, dignità, onore, amico, e parente: niente desideravano avere del mondo: a gran pena prendeansi il necessario alla vita; e loro doleva di dover servire al corpo infin nelle necessità. Erano dunque poveri d’avere, ma di grazia ricchissimi e di virtù. di fuori erano bisognosi, ma dentro dalla grazia, e dalla consolazion divina riconfortati.

4. Erano stranieri al mondo, ma prossimi a Dio, ed amici familiari di lui. A se medesimi sembravano un nulla, ed erano a questo mondo in dispregio; ma negli occhi di Dio pregevoli e cari. Stavano in vera umiltà, viveano in semplice obbedienza, camminavano in carità, ed in pazienza; e però ogni dì più s’avanzavano nello spirito, e assai grazia acquistavano presso Dio. Eglino furon dati in esempio ad ogni religioso; e più ci debbono provocar essi a ben profittare, che la moltitudine de’ tiepidi ad allargarci.

5. Oh quanto fu grande il fervore di tutti i religiosi nel cominciamento

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