Pagina:Torriani - La cartella n. 4, Cesena, Gargano, 1880.djvu/14

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10 capo d’anno.

zia Catterina che parlava a proverbi, quando si sentiva rompere il capo dai nostri gridi, ci gettava contro, come una minaccia, il suo proverbio di circostanza: — «Anno nuovo, vita nuova!»

Noi restavamo tutti colpiti, e ci guardavamo l’un l’altro cogli occhi sbarrati come per leggerci a vicenda nella mente l’idea di quella vita nuova misteriosa ed ignota. — «Cosa sarà?»

E noi pure avevamo da scrivere lettere e recitare complimenti con una serie d’auguri agli altri e di propositi nostri per l’anno che cominciava. Ed intanto, per incoraggiarci a quei propositi di lavoro, d’obbedienza, di virtù, c’erano i doni di capo d’anno che fioccavano da tutte le parti. — Mamma, babbo, nonni materni e paterni, zii, prozii, da lontano, da vicino, tutti i parenti, noti ed ignoti, risalendo fino a certe parentele ipotetiche e lontane che