Pagina:Torriani - Tempesta e bonaccia, Milano, Brigola, 1877.djvu/166

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rimpianto in quel cuore che era stato mio per tanto tempo.

«— Ve lo domando pel passato, risposi. Ah! per rassegnarvi così freddamente bisogna che non mi abbiate amata mai.

«— Fulvia, volete dire che ho mentito con voi? Avete ragione di dirmelo?

«Mio Dio! Ero io che avevo mentito. Rimasi umiliata. La lealtà della sua condotta era un rimprovero alla mia.

«Avrei dovuto consolarmi di veder passare così liscia quella scena che m’avea preoccupata e spaventata tanto. Ed invece soffrivo.

«— Mi sarete amico egualmente? gli domandai.

«— No, Fulvia, mi rispose. Dovete vincere quelle irresolutezze del vostro carattere, che vi fa sempre appigliare ai mezzi termini. Abbiate il coraggio dei vostri sentimenti. Non si può aver un amico ed un amante. Sono due affetti che si somigliano troppo. Non mi amate più? Amate un altro? Lasciatemi. Siate di quell’altro. Non ci rivedremo più. Almeno non cercheremo più di vederci. Coraggio.

«Mi strinse ancora la mano, poi voltò strada per condurmi verso casa.

«Non vederlo più! Non avevo mai pensato ad una separazione così assoluta. L’idea di spezzare la nostra intimità che mi era stata fin allora una dolce