Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/39

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quelle disgraziate passeggiate, la Titina mi disse, guardandomi colla più profonda stupefazione:

— Sai che sei bella, Denza?

Io ripetei un po’ confusa:

— Bella?...

Ma debbo confessare che ero un po’ meno stupefatta di mia sorella. Molte volte avevo colte al volo certe parole di quei signori che mi guardavano in istrada... «Bel pezzo di giovane... Bella faccia... Begli occhioni... Fresca come una rosa...»

Ed ogni volta, tornando a casa, ero andata allo specchio per vedere se avevano detto il vero.

E quella buona Titina, che cascava dalle nuvole all’idea che quella qualità di lusso, tutta speciale, secondo lei, alle giovani delle fole e dei poemi del babbo, se ne stesse modestamente in casa nostra, e sotto i miei umili panni, tornò a dire: