Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/143

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— Fate lesti, figlioli.

Dalla porta mezza aperta si vedeva la strada. E passò una giovine. Ceccaccio la chiamò, con un fischio.

Disse Pipi:

— Bada se viene qua.

— Che cosa si fa qui? — domandò il trattore. — Si chiacchiera soltanto?

— O che cosa vuol fare?

E il compagno di Ceccaccio si sedè su la paglia, mettendosi le mani sopra i ginocchi.

— Non avevate furia, dianzi?

— È vero. Ci paghi.

— Eccovi sei lire. Levatevi di qui!

Pipi e Nosse escirono, con il loro barroccio.

— Tocca a noi ora.

— Dunque quanto ci vuole dare?

— Pesiamola.

I due presero una stanga, e vi misero l’uncino della stadera; a cui attaccarono il laccio della fune.

— Pesi bene, padrone!

— E tu non appoggiarti con le ginocchia.

— Io? Guardi: c’è un braccio di distanza.

Ed avendo su la spalla la stanga, Palloccola alzò sopra il capo le mani; mentre il corpo gli tremava per lo sforzo.

La paglia era un quintale. Fecero il conto; e la legarono, per trarla su con la carrucola.

— Lavora anche lei, padrone?