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manzoni inedito 479




MANZONI INTIMO.

Indiscrezioni d’eruditi e malignazioni di amici1




Gli anni dal 1833 al 1835 furono dei più angosciosi pel Manzoni. Nell'autunno del ’33, la moglie adorata, e veramente adorabile, l’angelica Enrichetta Blondel, gli si ammalò a morte. Il pio Alessandro esclamava costernato: «Ogni dì l’offro al Signore, e ogni dì gliela domando!». Ma proprio il giorno del Natale, essa lo abbandonava per sempre. Al poeta balenò un istante il desiderio d’un nuovo Inno alla «Culla beata», da cui solo, in quell’ambascia, gli veniva «un alito di vita»; ma l’inno s’arrestò a quel primo spunto: oramai la sua già sì larga e limpida vena di poesia s’era essiccata. Meno d’un anno dopo, il 20 settembre del 1834, una nuova e non meno grave sventura lo colpiva: la morte della sua primogenita, la Giulia, da soli tre anni maritata a Massimo d’Azeglio. Non aveva che venticinque anni, ed era intelligente, piena di attrattive, bella di viso, bellissima di persona, alta, con un portamento da regina, come diceva suo padre. Il D’Azeglio, non appena vistala, desiderò di sposarla, e riuscì a vincere le ritrosie che ella aveva da principio dimostrate; poi, con volubilità di artista, era passato visibilmente ad altre simpatie, cho avevano accorata la

  1. Attilio de Marchi, Dalle carte inedite Manzoniane del Pio Istituto dei Figli della Provvidenza in Milano, Milano, 1914; N. Tommaseo e G. Capponi, Carteggio inedito, per cura di I. del Lungo e P. Prunas, vol. I, Bologna, Zanichelli; E. Verga. Il primo esilio di N. Tommaseo, lettere di lui a Cantù, Milano, Cogliati; G. Gallavresi, Fonti sconosciute o poco note per la biografia di A. Manzoni, Milano. — Questo mio saggio comparve la prima volta nel Corriere della Sera del 19 giugno 1914.