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290 ESCHILO

prometeo
Poi che voi lo bramate, io rifiutarmi
non saprei di narrar ciò che chiedete:
a te dapprima narrerò, fanciulla,
i lunghi errori ed i travagli; e scrivilo
del pensïero tuo nei solchi mèmori.
Poscia che il gorgo, ai continenti limite,
attraversato avrai, verso le plaghe
tutte fiamma, che il sole all’alba preme,
corri, e traversa il sonito del mare,
sin che tu non pervenga al pian di Cístene
gorgonio, ove dimora hanno le Fòrcidi,
le tre fanciulle annose. Elle figura
han di cigno, e un solo occhio in tre posseggono,
e un dente sol. Né coi suoi raggi il sole
le guarda mai, né la notturna luna.
Le Gorgoni son qui presso; le tre
loro alate sorelle, a cui dal capo
guizzano serpi: aborrono esse gli uomini;
né può mortale alcuno serbare alito
di vita, ove le scorga: il loro asilo
di schivar t’ammonisco. Altro spettacolo
orrido ascolta ancor. Dai grifi guàrdati,
muti cani di Giove adunchi rostri,
e dall’equestre stuol degli Arimaspi,
ch’àn solo un occhio, ed abitano i pressi
del Plutone10, che volge oro nei flutti.
Non accostarti ad essi. E giungerai
ad una estrema landa, a un popol negro
che del sol presso le sorgenti vive,