Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) II.djvu/47

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44 ESCHILO

nessuno ode dei Superi
quest’uomo: anzi, chi vïola
le leggi di Giustizia,
ne purgano la terra. E tal fu Paride:
380degli Atridi alla reggia
venne; e macchiò la mensa ospite, il dí
che la donna rapí.

Strofe II
Lasciando ai cittadini suoi per retaggio il turbine
degli scudi e dell’aste, e dei navigli l’impeto,
385recando per sua dote ad Ilio lo sterminio,
audace oltre ogni audacia,
Elena a franco passo le porte valicò.
Molto, narrando il fatto, gl’indovini gemerono
della reggia: «Ahimè!, casa, ahimè!, casa, e voi, principi!
390Ahi!, talamo, e vestigia de l’amor che passò!
Vedi l’obbrobrio muto,
nella doglia acutissima
in disparte seduto.
Un’ombra d’oltre il pelago,
395bramata, i tetti regger sembrerà.
Delle statue la vista
bella, lo sposo attrista:
ché dove occhi non brillano
l’amore in bando va.

Antistrofe II
400E a far piú grave il lutto, surgon nei sogni immagini
che vana gioia arrecano: ben vana allor che un gaudio