Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) II.djvu/77

Da Wikisource.
74 ESCHILO

l’alma intona, che nei baratri
suoi l’apprese, un canto lugubre dell’Erinni, senza lira.
Di speranza non ha balsamo;
1010né deluso va il mio spirito
che presago è di sventura,
il mio cuore che s’aggira
nei veridici precordî,
fra le spire inesorabili
1015del destino. Io voto fo
che dispersi i voti vadano
che mi mormorano in cuor.


Strofe II
Non v’è di salute soverchia
un termine fisso: s’appoggia
1020il morbo vicino a sue mura;
e frangesi a scoglio invisibile
sovente la sorte che prospera
moveva per rotta sicura.
Ma se sa, con destra frombola,
1025una parte del suo bene
il timor gittare in mare,
non affonda tutto il carico,
sotto il peso delle pene,
né tra i flutti il legno spare.
1030E spesso dal cielo una pioggia
dirotta, lo sterile male
distrugge nell’annua novale.