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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/25

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22 EURIPIDE


aio

Non vo’: di quanto già dissi, mi pento.

nutrice

No, per la bianca tua barba, confidalo
alla compagna: io tacerò, se occorre.

aio

Senza aver l’aria d’ascoltare, fattomi
vicino al luogo ove dei dadi al gioco
seggono gli anziani, all’acque sacre
di Pirene vicino, un tale udii
dir che Creonte, il re di questa terra,
da Corinto scacciar questi fanciulli
vuole, e la madre. Se poi vera sia
la nuova, ignoro. Deh, vera non fosse!

nutrice

E patirà Giasone, anche se in lotta
con la madre, che ciò soffrano i figli?

aio

Cedono ai nuovi i parentadi antichi,
né di Medea la casa ama Creonte.

nutrice

Siamo perduti, ove all’antico, prima
d’averlo scosso, un nuovo mal s’aggiunge.