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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu/95

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92 EURIPIDE

monumento dei giuri, e testimonio
per gli Ellèni. E la spada onde recise
avrai le gole, e sparso il sangue, presso
ai sette roghi degli eroi defunti
nascondila sotterra. Essa, ove mai
movano contro Atene, al sol mostrarla,
terrore in essi infonderà, ben tristo
ritorno ad essi appresterà. — Ciò fatto,
consenti pur che via le salme rechino.
E questo luogo, ove le salme furono
purificate nelle fiamme, presso
il trivio della Dea, su l’Istmo, lascialo
deserto. A te ciò dico. E dico ai figli
degli Argivi: poiché giunti sarete
a pubertà, per vendicar la morte
dei padri spenti, a sacco la città
dell’Ismeno porrete. E tu sarai,
invece di tuo padre, Egïalèo11,
giovin duce alle schiere; e dall’Etolia
il figlio di Tidèo verrà, che il padre
chiamar soleva Dïomede. E attendere
non dovete che il mento a voi s’imbruni,
ma pria muover le schiere dei Danàidi
gravi di bronzo contro la turrita
città di Tebe dalle sette porte.
Feroci come di leoni cuccioli
già fatti adulti, contro lor sarete,
espugnerete Tebe: è tale il fato.
Detti sarete tra gli Ellèni epígoni,
vi canteranno i vati: una tal gesta
compiuta avrete col favor dei Numi.