Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/237

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e, se respinti erano questi, quelli
tornavano, che prima avean ceduto,
a lapidarli. E fu visto un miracolo.
Da mille e mille mani usciano i sassi,
e niuno della Dea colpí le vittime.
Infine, a gran fatica, e non per opera
di valore, li avemmo: in giro strettili,
coi sassi a loro dalle man facemmo
cader le spade: essi in ginocchio caddero
stremati al suolo; e li portammo al re
di questa terra. Ed ei, come li vide,
li spedí senza indugio al tuo lavacro
lustrale, al sacrificio. E tu fa voto
che sempre tali, o giovinetta, siano
le stranïere tue vittime: se
tali foresti da immolare avrai,
della tua morte il fio pagherà l’Ellade,
darà compenso della strage d’Àulide.

corifea

Hai narrato portenti. E questo Ellèno
chi mai sarà, che dalle Furie invaso
a questo mare inospitale è giunto?

ifigenia

E sia. Tu va’, gli stranïeri adduci:
pensier frattanto io mi darò dei riti. —
O povero cuor mio, tu per l’innanzi
clemenza avesti ognor, misericordia
per gli stranieri, e compartivi lagrime