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consiglieri di frode, tessitori
di malefatte, genti oblique, senza
franchezza mai, che fra raggiri sempre
avvolgete il pensier, deh, quanto ingiusto
è che felici voi siate ne l’Èllade!
Quali orrori tra voi mancano? Il sangue
non corre a rivi? Dei guadagni turpi
non siete vaghi? Non siete convinti
sempre che questo al sommo della bocca,
e quello avete in cuore? Ah, maledetti!
Ma la morte per me non è terribile
come per te. Fu la mia morte quando
cadde la città misera di Troia,
ed il mio sposo valoroso, che
da soldato di terra in vil nocchiere
ti mutò spesso. Valoroso oplita
contro la sposa or sei, m’uccidi. Uccidimi.
Ma dalle labbra mie blandizie alcuna
tu non udrai, né la tua figlia. Tu
sei fra i grandi di Sparta, e noi di Troia.
Né superbir se la mia sorte è misera:
esser tale potrebbe anche la tua.