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Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) I.djvu/162

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263-281 FILOTTETE 135

filottete
Figlio, dunque non sai chi vedi in me?
neottolemo
Come saperlo, se non mai t’ho visto?
filottete
265Né il nome mio, né dei malanni miei
la fama udisti, ond’io sono distrutto?
neottolemo
Io nulla so di quanto dici, sappilo.
filottete
O me troppo infelice, o amaro ai Numi,
che a tal mi sono, e di me fama in patria
270non giunse pur, né in luogo alcun de l’Ellade!
Ma quei ch’empïamente qui m’esposero,
di me ridono, e tacciono; e piú vegeta
sempre il mio morbo, e piú grave diviene.
O figlio, e tu che padre Achille avesti,
275io quegli son di cui tu certo udisti
parlar, che l’armi d’Èrcole possiede,
son Filottete, di Peante il figlio,
che i due sovrani e il re dei Cefallèni15
cosí soletto, turpemente esposero,
280distrutto dal malor, poi che col solco
sanguinolento, l’omicida vipera