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Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/29

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26 SOFOCLE 304-326

Entra Tiresia, vecchissimo, cieco, guidato per mano
da un bimbo.

edipo
Tiresia, o tu che pènetri ogni cosa,
305palese o arcana, terrena o celeste,
Tebe, tu ben lo sai, se pur nol vedi,
da che morbo è percossa. Or noi te solo
scorgiam patrono e salvatore. Apollo,
se i messi ancor non te l’han detto, a noi
310diede responso che da questo morbo
solo abbiamo uno scampo; ove, scoperti
quelli che ucciser Laio, li uccidessimo,
o dalla terra in bando li cacciassimo.
Or, degli alati non voler negarci
315il responso, o se tu della profetica
arte conosci altro sentiero. Salva
te stesso, e Tebe, salva me, distruggi
ogni contagio del defunto. Siamo
nelle tue mani. E dar soccorso quanto
320s’abbia o si possa, è la piú nobile opera.
tiresia
Ahi, ahi! Sapere quanto è duro, quando
a chi sa nulla giova! Io ben sapevo,
ed obliai. Venir qui non dovevo.
edipo
Che c’è? Cosí scorato fra noi giungi?
tiresia
325Lasciami andare! Ci sarà piú facile
compier cosí tu ed io la nostra sorte.