Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/213

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pena 207


quante altre cose vi fa fare la vostra consorte, son certo che voi il sapete; perciò metetevi la man al petto, ché trovarete tanti e tanti vie sette, quali non potriano acozzar insieme, se vegliassero di sopra sette anni, sette mesi, sette setemane, sette giorni, sette ore, sette minuti, sette seconde, sette terze ancora, tutti li abbachisti. Perciò sappiate che la vostra moglie è suficiente di farvi fare maggior miracoli delli sette miracoli del mondo, overo cosa di maggior maraveglia che non è la piramide del Nilo, la torre e le mura di Babilonia, il tempio della Diana efesia, il simulacro di Mausolio, colosso dil Sole apreso i rodioti e simulacro di love olimpico; e, piú, vi fa fare li insoliti digiuni per le feste non comandate, li piú longhi viaggi che non son quelli di Gallicia, le piú strane fantasie che non è strana egli. Fávi fare ancora l’inusitate arti, le insolite e nòve fozze e le piú maravigliose cose che non si trovano drento al mare overo che nascono dalla terra. Deh, Dio! quante sonno le cose che la moglie fa fare al marito! S’io non fosse per essere ripreso, ne contaria tante e tante, che di maraveglia ciascun di voi cascarebbe nel stupore. Imperò, per non indurvi qualche infirmitá, lassarò di contarvi le facende che la vostra donna vi fa fare, perché da per voi le conoscete, come le sette vivande, li sette pasti sette volte al giorno, e sette per sorte di ciascuno. Sí che qualunche di voi altri non ha provato, spechiasi in me ed in questo libro, perché trovará d’ogni cosa non sette, ma migliara sette, per essere tanti li sua vizi, per essere tanti li sua disiri, e finalmente sette ventriculi insaziabili nel suo corpo. Il resto, che vi manca, da per voi giongerete, sempre oservando la sentenzia del savio vecchio, perché rare volte o mai potrete errare.