Pagina:Trattato de' governi.djvu/125

Da Wikisource.

n’ho io detto ne’ primi ragionamenti, dove io determinai del governo famigliare, e del signorile; e dissi che l’uomo è animale civile per natura. Onde avvenga che ei non abbia bisogno alcuno d’ajuto d’altri, contuttociò desidera egli di viver in compagnia; ma di più e’ ce lo spinge l’utile publico in quanto e’ giova in ciascuno alla parte del bene vivere. Questo adunche è il fine principale e a tutti e in particolare a ciascuno; e ancora convengono insieme gli uomini per cagione del vivere stesso (che forse in ciò è qualche particella di onesto) e constituiscono la civile compagnia solamente per cagione d’esso vivere: se già e’ non abbondano troppo in miserie nella loro vita. Ch’egli è manifesto la più parte degli uomini sopportare ogni stento solamente per conservarsi in vita, quasi che in essa sia una certa piacevolezza, e dolcezza messa dalla natura.

Ma e’ fia agevole a dividere li modi detti di principato, conciossiachè nei ragionamenti esterni di tale materia sia stato da me trattato più volte; cioè, che l’imperio signorile ancorchè e’ sia fra ’l servo per natura, e il padrone per natura per cagione dell’utile constituito, nondimanco che e’ comanda più per fine dell’utile del padrone, e accidentalmente per l’utile del servo; conciossiachè e’ non si possa mantenere quel modo d’imperio senza li servi.

Ma l’imperio, che è in fra ’l marito e la moglie, e in fra tutta la casa (il quale è detto governo di casa) è constituito o per fine d’utile di chi è governato,