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128 Arte etrusca.

risce per tradizione (fabulae etruscae). Se ne diceva però tanto oltre il credibile, che Plinio si difende con l’autorità di Varrone, da cui prende la descrizione. Era un monumento di grandissima base quadrata; nell’interno aggiravasi un labirinto di corridoi e di camere; sopra la base si elevavano quattro piramidi, una per ciascun angolo, ed una quinta nel mezzo; e, al disopra di queste, altre quattro ancòra, e poi altre ancòra, con tale disposizione che assolutamente ha del fantastico; e fantastica è da molti giudicata quella descrizione, che sembra avere analogia col sepolcro d’Aliatte di Lidia1.

Pur troppo conclusioni cronologiche sul tipo architettonico più o meno sviluppato non si possono stabilire, non potendosi riconoscere, contemporaneamente, un continuo sviluppo nelle singole località, e mancando spesso gli oggetti di arredo determinabili e databili.

Tombe sotterranee scavate nel tufo con scale, corridoi e vestibolo, con una o più camere, si hanno presso Vulci2 (Pian di Voce, nel corso inferiore della Fiora), a Chiusi, a Volterra. Di tombe sormontate da tumuli, o scavate dentro un colle, che forma esso stesso un cumulo naturale, recinto intorno di massi a secco, insigni sono quella di Poggio Cajella e quella detta della Cocumella presso Vulci, tumulo incominciato ad esplorare fin dall’anno 1829, ma non interamente conosciuto. È quasi una collina, cinta intorno da muro di massi quadrati; sull’alto sorgevano torri quadrate e rotonde; in-

  1. Ved. Erodoto, Stor. greca, I, 93.
  2. Cfr. Stéphane Gsell, Fouilles dans la nécropole de Vulci. Parigi, Thoia, 1891.