Pagina:Tre croci.djvu/191

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Chiarina non aveva perso il fidanzato; ma s’era fatta anche più dimessa; e con Lola non rideva quasi più. Modesta portava sempre, per voto, le candele alla Madonna del Duomo; e tra le nipoti pregava lunghe ore, sotto le fiammelle delle lampade d’argento, con gli occhi intenti all’altare, in mezzo alle pareti coperte dai cuori di tutte le dimensioni e dai gioielli. La Madonna, dietro il vetro lustro e luccicante, si scorgeva a pena; ma l’ambascia infervorava sempre di più quella disgraziata; che, senza la fede, non si sarebbe sentita più nè meno un essere umano.

Niccolò non avrebbe voluto che andasse sempre in chiesa, ma non si arrischiava a rimproverarla. Soltanto, continuava a fare il proprio comodo; con quella sua giocondità irascibile e beffarda, che gli traluceva anche dagli occhi. Non aveva altra soddisfazione che di farsi invitare a pranzo; e, poi, tornato a Siena, di raccontarlo a Modesta; che, a biasciare il pane, le pareva meno