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Pagina:Tre croci.djvu/97

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— Lo sapevo. E perciò me la son battuta.

Allora il Nisard gli chiese scherzando, con la sua voce crepitante come fatta di aghi, con un sorriso che sgrigliolava liscio e pulito come le sue scarpe sempre nuove e sempre lucide:

— E lei è contento?

Niccolò lo ragguardò in viso, ridendo; e ora, il suo riso era tranquillo, ma dileggiante lo stesso. Si calcò il cappello fin sugli occhi, in modo che le sopracciglia toccarono la tesa, e gli rispose:

— Le pare che io pensi agli sposalizii?

Il Nisard, con una voce che pareva donnesca, si raccomandò che non si prendesse gioco anche della nipote. E restò con il sorriso sospeso, aspettando a ricominciarlo quando il libraio gli avesse risposto. Allora rise come se gli facessero il solletico; rannicchiandosi con le spalle; e torcendosi le mani.

— Ma via! È troppo grossa! Soltanto lei dice cose simili!

Giulio, con il suo sorriso che si sot-