Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/122

Da Wikisource.
118 Trento

Boemia, Ungheria, Gheldria, & Italia, finalmente nel combattere sotto Padova, restò sù’l Campo, da dove trasportato, quì riposa e così parla:

Stemmata, divitiae, quid honor, quid forma, quid aetas
Profuit? heu! Pulvis sordidus hic iaceo.

Vedesi poi l’Urna di Pancratio Galasso segnalato per tutti i gradi di militia nelle Guerre di Fiandra con molta gloria. Fù Padre del General Mattias prenominato; Così è vero, che: Fortes creantur Fortibus.

[Altre Tombe in S. Pietro.] Alla Porta d’Aquilone senz’altro Epitafio si fà intender’ il nome di due Laureati Fratelli, Trentini di Patria, e di Cognome, l’uno in Medicina, l’altro in Legge; Francesco questo, che fù Consiglier del Prencipe; Simone quello, in qualità di Medico dell’A. E. di Baviera: ambi rapiti dalla Morte l’anno 1668. immeritamente tanto più, quanto che meritavano vivere per ben della Patria.

[Vescovo di Gurgo sepolto dove.] Vicino alla gran Porta giace Matteo Vescovo di Gurgo, che in passando per Trento con la speditione dell’Armi Cesaree in Italia nella Lega di Cambray in posto di Consigliere, per Arresto improviso di Morte quì si fermò: che una Mitra non dovè comparir trà le Celate.

E per annoverar trà i Depositi d’Huomini cospicui anche quel d’una Femina, vedesi ad una delle Porte laterali scolpito in Pietra il